Nel progettare il logo per l’Esposizione Mondiale Canina che coinciderà con l’Expo Milano 2015 volevamo unire una serie di elementi che ne caratterizzassero soprattutto l’italianità, tanto giustamente pubblicizzata e nominata in occasione del 150° anno dell’unità d’Italia, mantenendo però l’elemento centrale del logo il cane e la sua figura caratterizata da uno stile ricollegabile alla cultura e all’arte italiana.
Eliminati quindi tutti i luoghi comuni che caratterizzano, nel bene e nel male, l’italianità nel mondo, abbiamo dirottato la nostra ricerca nell’ambito artistico.
Qui lo spettro che si apre fortunatamente è ricco di idee e di spunti e quindi c’era solo l’imbarazzo della scelta nel voler dare al logo un tipo di connotazione piuttosto che un’altro.
Poi la nostra attenzione è stata fortemente attratta da un’altro evento importante che ha visto nel 2009 il centesimo anno di nascita dell’arte Futurista Italiana
Questo abbinamento “cane” con “fututismo” ha inoltre suscitato in noi anche ricordi che ci dimostrano come già nel passato questo connubio ha funzionato e funziona tuttora, con l’ideazione e l’adozione di una delle più importanti aziende italiane del dopoguerra, ovvero l’Eni e il cane a sei zampe disegnato da Luigi Broggini, del quale, tra l’altro, condividiamo anche la provincia d’origine (Varese).
Per lo sviluppo del logo quindi ci volevamo rifare alle regole e ai canoni che caratterizzano i tratti distintivi del Futurismo, ovvero il movimento delle figure rappresentate che veniva ottenuto, spesso, con l’intersezione di righe e curve.
Questa “stilizzazione” tra l’altro, ci favoriva anche un’altro aspetto che volevamo sottolineare, ovvero la non individuazione di una specifica razza di cane rappresentata, ma la semplificazione assoluta della figura stessa.
La silouette diseganta e più volte ritoccata si rifà quindi ad un cane generico, un cane senza volto, in una posa slanciata come se stesse per cominciare a camminare, rivolto in avanti, vero il futuro ma con la coda che, come una freccia punta in direzione del passato. Una figura semplice ed essenziale, proprio come lo disegnerebbe un bambino.